February 08, 2006 Archives

Wed 8 Feb 2006 @ 21:27 (1139430445)

cloe

A Cloe, grande citta', le persone che passano per le vie non si conoscono.
Al vedersi immaginano mille cose uno dell'altro, gli incontri che potrebbero
avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi.
Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s'incrociano per un secondo e poi
si sfuggono, cercando altri sguardi, non si fermano.
Passa una ragazza che fa girare un parasole appoggiato alla spalla, e anche
un poco il tondo delle anche. Passa una donna nerovestita che dimostra
tutti i suoi anni, con gli occhi inquieti sotto il velo e le labbra tremanti.
Passa un gigante tautato; un uomo giovane coi capelli bianchi; una nana;
due gemelle vestite di corallo. Qualcosa corre tra loro, uno scambiarsi
di sguardi come linee che collegano una figura all'altra e disegnano frecce,
stelle, triangoli, finche' tutte le combinazioni in un attimo sono esaurite,
e altri personaggi entrano in scena: un cieco con un ghepardo alla catena,
una cortigiana col ventaglio di piume di struzzo, un efebo, una donna-cannone.
Cosi' tra chi per caso si trova insieme a ripararsi dalla pioggia sotto
il portico, o si accalca sotto un tendone del bazar, o sosta ad ascoltare
la banda in piazza, si consumano incontri, seduzioni, amplessi, orge, senza
che ci si scambi una parola, senza che ci si sfiori con un dito, quasi
senza alzare gli occhi. Una vibrazione lussuriosa muove continuamente Cloe,
la piu' casta delle citta'. Se uomini e donne cominciassero a vivere i loro
effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare
una storia d'inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d'urti, di oppressioni
e la giostra delle fantasie si fermerebbe.

Italo Calvino - Le citta' invisibili

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